"Con grande potenza disvelatrice, veniamo come restituiti alla condizione umana in tutta la sua autenticità, della quale ci viene mostrato in controluce il rovescio, ossia la sua trama incomprensibile e assurda, che ci riguarda tutti e che tutti ci avvolge, ma che spesso
ignoriamo per proteggerci.
Tutti noi siamo infatti apparentemente capaci di vivere, ma solo perché rifugiati nella menzogna, nella cecità, in una qualche convinzione. Mentre qui, invece, il dialogo è con un essere che rompe ogni protezione per esporsi a tutto ciò da cui noi ci ripariamo;
un essere determinato, libero da qualsivoglia sovrastruttura che trasfigura la vita.
Significa forse questo essere uomini? Quali sono le possibilità che tale condizione presenta? Possibilità infinite, camaleontiche metamorfosi che portano a nuove, talvolta ripugnanti, sembianze che spaventano, ma che rappresentano pur sempre tentativi di
adattamento alla vita.
[...]
Così, l’unica soluzione sembra quella di dover accettare con arrendevolezza le condizioni che ci sono imposte.
Tuttavia, questa potrebbe non essere l’unica via percorribile. Un esito completamente opposto è infatti possibile, grazie a una certa fiducia nell’esistenza e in persone capaci di completare il processo vitale, arrivando a rifondare, in meglio, ciò che fino a prima era vissuto come una condanna per l’uomo. Essi conquistano la libertà, reale, di scegliere e di creare e così la rigenerazione, dopo tanta sofferenza, verrà assaporata.
L’autentica libertà è quindi quella creativa, la quale, per essere raggiunta, ha bisogno di un grande atto di coraggio da parte dell’uomo che, se sarà all’altezza del compito, avrà ancora la speranza e l’opportunità di dire Sì all’esistenza.
In ogni metamorfosi qualcosa si acquista, qualcosa si mantiene e qualcosa si perde. Ogni trasformazione comporta un’esperienza di trascendenza al cui interno si articola una morte e una rinascita simboliche. Dopotutto, qualunque fenomeno che concerne l’universo umano - la crescita, il cambiamento, l’amore, la creatività e così via - si deve confrontare col suo lato oscuro, con la sua morte appunto, per scoprire che forse ciò che ci limita e ci tradisce è anche ciò che ci determina e ci svela.
La trasformazione non è allora un cambiamento radicale, ma relativo; essa è la realizzazione di tutte le potenzialità dell’individuo custodite nel suo inconscio e la strada verso una nobilitazione d’animo.
Dunque l’organismo è come sospinto verso la realizzazione di se stesso, secondo la sua natura, grazie a un gioco di forze e resistenze dato dal personalissimo impulso all’autorealizzazione. È il conseguimento della maggior consapevolezza di sé e degli altri; evoluzione interiore e profonda nella struttura personale dell’individuo e al contempo integrazione intrapersonale.
Cosa significano allora queste metamorfosi? La capacità della mente umana, nonostante le violenza e gli attacchi, di sopravvivere, di svincolarsi, di rinascere trasformandosi.
L’unità originaria, a questo punto, si sarà frantumata, dispersa, per divenire Altro e poi Altro ancora, in un divenire e in un far ritorno - secondo un beffardo ribaltamento - dietro a cui si cela forse il principio cosmico dell’eterno ritorno. Non c’è però violenza alcuna in quella che sembra essere l’ultima e conclusiva metamorfosi: la morte ultima sarà dolce, pacificante."
Farmacia storica, via B. Ramazzini 1
Ingresso libero nel rispetto della capienza massima
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