Una storia corale

Una storia corale

Le modalità del racconto

La storia dell’ex Ospedale è in realtà un quadro che si compone gradualmente nei suoi dettagli, grazie al contributo di tante piccole storie appartenute alla comunità. Una storia corale, fatta delle vicende di chi lo ha voluto, costruito, modificato, arricchito con l’attività e l’impegno quotidiani, vissuto e infine gradualmente sostituito e affidato al futuro sotto una nuova funzione.

Il racconto che Fondazione di Modena intende promuovere attraverso Per filo e per segno, non ha un’unica voce, ma raccoglie i contributi degli attori che nei secoli hanno partecipato all’impresa del Grande Spedale di Modena: un ruolo cardine è sempre stato quello svolto dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, la quale - grazie in particolare all’attività di Antonio Scarpa, appoggiato dal Duca Francesco III nell’ambito della più ampia riforma universitaria- si è fatta sin dall’origine promotrice della nascita di una sede per l’insegnamento della chirurgia e dell’anatomia nella immediate adiacenze dell’ospedale. Tale sede, arricchita da un Teatro anatomico, anch’esso settecentesco, e dai Musei anatomici, ha mantenuto fino a buona parte del secolo scorso, la sua originaria funzione e ha fatto della ricerca e della didattica scientifica in ambito medico e anatomico – accanto alla cura - un’eccellenza della città.

Tra le voci che si alterneranno, Fondazione di Modena desidera raccogliere – in un dialogo a volte reale, a volte immaginario – anche le esperienze delle persone comuni, pazienti, familiari, studenti, farmacisti, infermieri e medici che hanno prestato il loro servizio nell’ex Ospedale, guidati nel loro operato dalla gestione portata avanti attraverso l’Opera Pia generale dei Poveri, istituzione laica di diritto pubblico nata per volere del Duca nel 1764, per arrivare con successive riforme fino all’Azienda Sanitaria Locale, di competenza regionale, in epoca contemporanea. Tra gli attori pubblici coinvolti nella storia del Grande Spedale è presente anche il Comune, da cui Fondazione di Modena ha acquisito l’immobile nel 2005 e che prima di ciò, era presente all’interno dell’ospedale - fino quasi alla sua chiusura - come gestore dell’antica Farmacia, ora restaurata e riportata all’aspetto ottocentesco con l’intento di conservarne la storia in una nuova veste museale.

L’attenzione di Fondazione di Modena è infine rivolta a costruire un dialogo aperto con le istituzioni - locali, regionali e statali - volte alla conservazione e alla tutela del patrimonio, anche per la creazione di percorsi condivisi, nella comune finalità di restituire alla città un edificio da abitare e una storia corale da raccontare.

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