NEI TAROCCHI DI “PARADISE LOST” GLI ARCANI RIVISITATI DAI FALLEN FRUIT

pubblicato il 21.04.25

In mostra alla Palazzina dei Giardini ducali di Modena anche le immagini tratte dall’archivio del Museo della Figurina. Mazzi disponibili per i visitatori e il mistero della 23esima carta 

I visitatori della mostra “Paradise Lost”, nella Palazzina seicentesca dei Giardini ducali di Modena trasformata dal duo californiano dei Fallen Fruit (David Allen Burns e Austin Young) in un lussureggiante paradiso della “biodiversità perduta”, possono anche interrogare speciali tarocchi realizzati appositamente dagli artisti. Si tratta di elementi simbolici e profondamente evocativi che, come i disegni di piante e animali delle carte da parati e delle tende che caratterizzano l’allestimento curato da Francesca Fontana, sono stati ispirati da immagini tratte dall’archivio del Museo della Figurina. 

Il mazzo, composto dai soli arcani maggiori, attinge alla ricca tradizione dei tarocchi, nati nel XV secolo in Italia come carte da gioco e successivamente divenuti strumento di introspezione, divinazione e misticismo, conciliando tra loro elementi della cultura pagana greca e romana a altri di provenienza cristiana. 

I Fallen Fruit si sono ispirati principalmente a due mazzi dello scorso secolo: “Thoth Tarot” di Aleister Crowley e “Osho Zen Tarot”, che si distingue per i riferimenti alla tradizione buddista e per l’aggiunta di una ventitreesima carta ai 22 arcani maggiori: “Il Maestro”, archetipo che gli artisti hanno deciso di inserire anche nel loro mazzo. 

Le immagini delle 23 carte sono incorniciate e appese alle pareti della Palazzina, mentre nei mazzi le carte sono stampate in un formato più piccolo del consueto, proprio per richiamare la natura effimera, quotidiana e accessibile delle figurine da cui è stata tratta l’ispirazione. Il risultato si colloca tra memoria popolare e visione simbolica, tra gioco e riflessione. 

I mazzi di tarocchi sono anche in vendita al bookshop della mostra che si può visitare fino al 24 agosto dal mercoledì al venerdì, dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19, al sabato alla domenica e nei giorni festivi, come il 25 aprile o il 1 maggio, a orario continuato dalle 11 alle 19. Ingresso unico per entrambe le sedi: 10 euro (ridotto 5 euro), con agevolazione per i residenti in provincia di Modena (7 euro). Ingresso libero per tutti la prima domenica del mese, per i residenti anche ogni mercoledì, come da tradizione di Fondazione Ago. Visite guidate al sabato alle 17, su prenotazione ma senza costi aggiuntivi: www.agomodena.it. 

Il visitatore è invitato a interrogare le carte sedendosi al tavolino insieme ad altre due persone: lettore, interlocutore e testimone possono consultare la guida. Ogni lettura è unica e irripetibile: le carte vengono mescolate, disposte in un ordine mai esistito prima, pronte a raccontare una storia che svanirà con la lettura successiva. In questo modo lo spettatore diventa parte attiva dell’opera, che riflette sul caos e l’effimera bellezza della natura in costante cambiamento. 

Alcune carte assumono interpretazioni radicalmente nuove. Tra le più significative troviamo “La Papessa”, ribattezzata Sorceress (Maga), è raffigurata con un corpo maschile, ma esprime una femminilità spirituale che prescinde dal genere. “La Giustizia” non siede su un trono, impugnando spada e bilancia, ma vive in una grotta, ha con sé un bambino e porta sulle spalle due pesci perfettamente bilanciati, invitando a un’idea di giustizia intima e generativa. “Il Maestro”, simbolo del Sé superiore, invita a superare il compimento rappresentato dalla carta del Mondo e ad accedere a un nuovo livello di coscienza. 

In mostra, i tarocchi non sono solo oggetti visivi, ma un’esperienza collettiva, partecipata e in continua trasformazione. Gli artisti suggeriscono di estrarre una carta al giorno e riflettere sul suo significato, oppure, se si sta attraversando un periodo particolarmente impegnativo, tre: la prima descrive il presente, la seconda è un consiglio su come agire per ottenere il migliore risultato, e la terza raffigura il futuro. 

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