La danza acrobatica dei Kataklò entra nella mostra di Donato Piccolo “L’arte del pensiero meccanico”, tra le sue sculture robotiche e le opere tecnologiche animate dall’intelligenza artificiale. Domenica 20 luglio, infatti, a Palazzo Santa Margherita a Modena, con Fondazione Ago, è in programma l’esibizione gratuita di danza contemporanea “Aliena.0”: ci si può già prenotare sul sito www.agomodena.it. Sono previsti spettacoli alle 15, alle 16, alle 17 e alle 18.
L’esibizione ha come protagonisti i danzatori di Kataklò Athletic Dance Theatre e rappresenta un’anticipazione dello spettacolo “Aliena” che sarà in scena nella prossima stagione, firmato da Giulia Staccioli, una delle voci più originali della danza contemporanea italiana, fondatrice e direttrice artistica di Kataklò.
“Aliena” è anche il titolo del libro-biografia di Staccioli che, a cura di Francesca Interlenghi (Maretti Editore), celebrerà nel 2026 i 30 anni di Kataklò.
"Ho accolto con piacere – spiega Giulia Staccioli - la proposta di integrare momenti performativi nella mostra di Donato Piccolo, soprattutto per l'affinità con i temi che sto esplorando. La maggior parte dei suoi lavori, infatti, coniuga due aspetti complementari e indissolubili: queste opere sono simultaneamente sculture e macchine, forme e processi, dando vita a personaggi ibridi tra umanità e tecnologia. Allo stesso modo, dopo trent’anni, anche la nostra ricerca artistica si è orientata sulla consapevolezza di aver dato vita a un progetto che ha generato una sorta di specie aliena di danzatori che si modellano e si smaterializzano diventando opere d’arte viventi”.
Lo spettacolo, quindi, rappresenta un vero e proprio manifesto artistico: la sintesi estrema e radicale di oltre trent’anni di ricerca e innovazione dove il corpo, protagonista assoluto della scena, diventa strumento narrativo potente e flessibile. Un’esperienza memorabile per chi ama la danza che osa, sperimenta e parla un linguaggio universale.
Prodotto da Kubo impresa sociale srl, lo spettacolo ha la coreografia e la regia di Giulia Staccioli, Irene Santarelli come assistente coreografa, musiche originali di GP Cremonini e i costumi di Olivia Spinell.
Nata con un gruppo di interpreti provenienti dai più alti livelli della ginnastica olimpica, Kataklò, un nome tratto dal greco antico (significa “io danzo piegandomi e contorcendomi”), ha saputo evolversi nel tempo richiedendo ai suoi performers una preparazione sempre più completa e competitiva come ha dimostrato anche in tanti eventi internazionali.
Campionessa di ginnastica ritmica, finalista alle Olimpiadi di Los Angeles ’84 e Seoul ’88, Staccioli ha studiato danza a New York agli Alvin Ailey Studios per poi entrare a far parte della compagna di danza Momix.
La mostra, a cura di Lorenzo Respi, si può visitare fino al 24 agosto a ingresso libero e consente di ammirare oltre 50 opere, tra sculture in movimento, robotiche o interattive, tele e disegni in un allestimento che rappresenta un’esperienza immersiva che esplora lo spazio di confine tra l’uomo e la macchina, tra il corpo fisico e la tecnologia, tra la materia viva e quella artificiale.